Un connubio equilibrato e ben costruito tra poesia, ricette e immagini, caratterizza questo libro scritto da Fabio Clerici con ricette di Maria Antonella Calopresti. Per poter entrare nel cuore del legame tra i versi e le ricette dobbiamo partire dalla sorgente da cui scaturisce questo progetto.
L’incipit è l’amicizia fra due persone creative ed eclettiche che hanno imparato a elaborare le loro esperienze di vita utilizzando i canali comunicativi dell’espressione artistica nelle sue diverse forme. Tutti, almeno una volta, abbiamo esclamato “questo piatto è poesia” a esprimere un apprezzamento per un gusto equilibrato nei sapori e nelle note olfattive e che spesso, come le madeleine di Proust rimandano a un ricordo. Per Fabio Clerici la sua identità di uomo-poeta attraversa la memoria, luogo in cui nel tempo ha scritto la sua storia di vita, ha imparato a osservare, intessere relazioni con gli altri con atteggiamento sempre più maturo e che si carica via via di nostalgia per il giovane che era ieri e di commozione profonda per l’uomo che è diventato oggi con tutti i pregi e i difetti, le paure e le delusioni, le assenze e i desideri, i progetti realizzati e quelli interrotti.
Da qui la necessità di riflettere, di fare bilanci. Le liriche all’interno dell’opera non sono un mero accompagnamento alle ricette di Maria Antonella Calopresti, ma costituiscono invero l’ossatura dell’opera, ne stabiliscono il baricentro dell’equilibrio formale e strutturale, le danno i contenuti che vengono elaborati in nuove immagini in cui si creano legami tra idee e sapori.
L’io narrante intende cantare tutti gli accordi in versi che hanno la struttura di canzoni, alternate, interne e con il ricorso a numerose figure retoriche che attestano conoscenze tecniche che ben supportano la scrittura. Tutti i lettori possono immedesimarsi nei versi perché l’uomo-poeta riesce a trasformare le emozioni in parole e le parole in immagini, parlando di sentimenti comuni a tutti e che costituiscono la nostra humanitas.
Canzoni dell’anima, velate di malinconia, pungolo che alimenta una riflessione-dialogo e che non è mai un punto di arrivo, ma una continua ripartenza per giungere a nuove vette in cui assaporare tutta la corposità della vita, questo viaggio unico e irripetibile che ognuno di noi scrive ogni giorno con scelte e azioni.
Maria Antonella Calopresti, cuoca e food blogger, elaborando le poesie del libro, rapita dalla spinta emotiva della parole e dell’ingrediente regalato ai versi, ha creato altrettante ricette che trasformano il verso in materia e la materia il pretesto per esplicitare il verbo.