Mostre

Il palcoscenico mobile della Scala in mostra al Museo Leonardo da Vinci

Dal 15 marzo – Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci.

Una straordinaria testimonianza di ingegneria teatrale è ora protagonista di una nuova e affascinante mostra al Museo del Teatro alla Scala. In un allestimento che esplora il profondo legame tra teatro, musica e tecnica, il modulo originale del palcoscenico a ponti mobili del Teatro alla Scala racconta una storia di innovazione e maestria che affonda le radici nel cuore della tradizione scaligera.

Il palcoscenico, realizzato nel 1938 su progetto dell’ingegnere Luigi Lorenzo Secchi — conservatore del Teatro alla Scala dal 1932 al 1982 — rappresentava, al momento della sua installazione, una delle strutture più all’avanguardia al mondo. Costituito da sei ponti mobili e dotato di un sofisticato impianto idraulico, costruito dalle Officine Meccaniche Stigler di Milano, il palco garantiva rapidi, sicuri e complessi cambi di scena, trasformando le possibilità di allestimento e contribuendo alla grandezza artistica del teatro.

Un frammento di storia teatrale

Utilizzato fino al 2002 e sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il palcoscenico ha visto protagonisti i più grandi nomi della scena teatrale e musicale internazionale: direttori d’orchestra, cantanti, ballerini, registi, scenografi e costumisti hanno calcato le sue tavole, contribuendo alla fama mondiale della Scala. Oggi, al Museo, è esposto un frammento di questa straordinaria macchina scenica: la sezione sinistra del terzo ponte mobile, completa dei suoi comandi originali.

L’esposizione è arricchita da una serie di contributi multimediali che permettono di comprendere il funzionamento del palcoscenico. Una animazione 3D offre una visione dettagliata della complessa meccanica dei ponti mobili, mentre un audiovisivo — corredato dalla traduzione in LIS (Lingua Italiana dei Segni) — ripercorre la storia del palcoscenico scaligero, dalle origini con Giuseppe Piermarini fino ai giorni nostri.

Strumenti musicali e costumi di scena

La mostra si arricchisce di tre gruppi di beni storici che completano il racconto della tradizione musicale e teatrale della Scala. Tra questi, spicca una selezione di strumenti musicali provenienti dalle collezioni del Museo, raccolte dal 1961 grazie alla generosità di Emma Vecla (pseudonimo di Ernestina Telmat, 1877-1972), prima interprete italiana della Vedova Allegra di Lehar. Tra gli strumenti esposti, una rara arpa gotica costruita nel 1844 a Londra da Pierre Érard per la casa fondata dallo zio Sébastien, restaurata per l’occasione.

Un’altra sezione dell’esposizione è dedicata alla costumeria teatrale. In mostra a rotazione ogni sei mesi, sono esposti due costumi di scena provenienti dai Laboratori del Teatro alla Scala, a partire da quelli disegnati da Franco Zeffirelli per l’Otello di Verdi della stagione 1976/77, indossati da due leggende della lirica: Mirella Freni e Plácido Domingo.

Le macchine parlanti

A chiudere il percorso espositivo è una selezione di apparecchi per la riproduzione del suono, testimonianza dell’evoluzione tecnologica e musicale. In particolare, spiccano due “macchine parlanti” donate al Museo nel 2022 dall’Associazione Museo Caruso e Luciano Pituello: un raro fonografo Edison e un grammofono della Columbia Phonograph Company del 1905. Accanto agli strumenti, un audiovisivo consente di ascoltare la musica di queste macchine attraverso estratti del documentario Le macchine parlanti di Luciano Pituello del regista Francesco Clerici.

Questa mostra rappresenta un’occasione unica per scoprire da vicino l’ingegno e la storia dietro il celebre palcoscenico scaligero, in un viaggio che intreccia arte, tecnica e memoria, celebrando il cuore pulsante del Teatro alla Scala.